Le confraternite, dal latino Confratemitas-atis, sono associazioni cristiane fondate con lo scopo di suscitare l’aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di carità e di pietà e di incrementare il culto. I loro componenti conservano lo stato laico e restano nella vita secolare; essi non hanno quindi l’obbligo di prestare i voti, né di fare vita in comune, né di fornire il proprio patrimonio e la propria attività per la confraternita. La denominazione di queste associazioni fu varia nei secoli e diversa in Italia da regione a regione. I termini più frequenti furono confraternitas, fraternitas, fraterie, confratrie, agape, caritas, consortia, fratele, fraglia, sodalitium, sodalitas, gilda, gildonia, schola. I sinonimi tuttora usati sono compagnia, talvolta congregazione o congrega, oltre a confraternita ed arciconfraternita.
I motivi per i quali sorsero e si affermarono le confraternite furono molteplici ed in buona sostanza simili a quelli che determinarono la fondazione dei monti di pietà. L’assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di assistenza pubblica e delle più elementari garanzie specialmente per la parte più disagiata delle collettività, in gran parte perdurata fino a tempi abbastanza recenti, ed al tempo stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente.
Le confraternite si assunsero inoltre numerosi altri compiti sociali quali l’assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, agli incurabili, ai carcerati, ai condannati a morte, alle giovani a rischio, si prodigarono per il recupero delle persone deviate e delle prostitute pentite, si impegnarono nel riscatto dei cristiani caduti schiavi dei saraceni. Di grande valore umanitario fu poi l’assistenza agli ammalati contagiosi e la pietosa opera di sepoltura dei morti abbandonati, degli assassinati, dei poveri, delle vittime nelle epidemie, degli stranieri, degli sconosciuti, vero grande problema di quegli oscuri e tumultuosi tempi al quale le confraternite diedero sempre adeguate risposte. Per l’adempimento di quelle pietose opere di notevole contenuto cristiano, morale e civile, ma ancora per testimoniare fede, umiltà, carità e penitenza, fu necessario indossare un saio e non mostrarsi pubblicamente, nascondere la propria identità, negare il proprio volto coprendolo con un cappuccio, annullando in tal modo completamente la propria personalità, da cui la tradizione tuttora in uso in molte congregazioni.
Le confraternite ebbero grande sviluppo tra il quattordicesimo ed il diciottesimo secolo, diffondendosi in modo capillare in tutta l’Europa, come testimoniano le loro sedi ancora oggi; molte di esse divennero importanti e potenti economicamente e, pur non impegnandosi direttamente nelle vicende politiche, influirono ed incisero non poco nelle questioni civili per molti secoli, contribuendo allo sviluppo sociale, artistico ed economico delle comunità in cui si trovarono inserite. Con crescente impegno si prodigarono nell’opera di proselitismo cercando di riservarsi un proprio spazio tra le gerarchie ecclesiali, il clero, gli ordini monastici ed il popolo, fungendo sovente da cinghia di trasmissione tra queste realtà e candidandosi come alternativa e sostegno delle attività di pertinenza delle parrocchie. Per questo e per altri motivi nel corso dei secoli il clero cercò di confinare in posizioni marginali le loro attività di culto e di relegarne l’impegno prevalentemente in funzioni esterne, quali le processioni e le rappresentazioni sacre, per poi enfatizzarne in chiave riduttiva, talvolta, i soli aspetti di religiosità esteriore, ponendo di fatto un pesante retaggio storico i cui effetti gravano ancora su molte fratellanze, particolarmente su quelle non dotate di un proprio oratorio.
Ciononostante molte di esse, finanziariamente forti per lasciti, donazioni e contribuzioni dei confratelli, poterono fondare ospedali, ospizi per poveri e pellegrini, orfanotrofi e conservatori per ragazze a rischio, erigere chiese, oratori e monumenti, organizzare e gestire scuole per diffondere l’istruzione e l’educazione religiosa, gestire luoghi di sepoltura. Contribuirono allo sviluppo delle arti, dotando le loro sedi di sculture, di dipinti, di decorazioni, di ori ed argenti lavorati, di paramenti pregiati, di biblioteche; diedero importanza alla musica ed al canto liturgico che praticarono assiduamente durante le funzioni religiose e nelle sacre rappresentazioni, principalmente in quelle ispirate alla Passione e Morte di Cristo.
Gran parte di questo patrimonio artistico e culturale è giunto sino a noi ed è tuttora custodito, per fortuna, nelle loro chiese ed oratori e nelle secolari tradizioni; nei loro archivi si conservano documenti di notevole importanza attraverso i quali è possibile conoscere le vicende delle confraternite e non solo di esse, per i continui riferimenti agli avvenimenti piccoli e grandi dei tempi che le interessarono.
Le Sette Opere di Misericordia, ispirate al Vangelo di San Matteo, raffigurano appunto le sei opere di carità evangeliche in cui si impegnarono confraternite nel prendersi cura degli affamati, degli assetati, dei pellegrini, degli ignudi degli ammalati e dei carcerati alle quali nel Medio Evo sì aggiunse la settima opera, sepoltura dei morti. Le confraternite, al di là dei valori storici, delle tradizioni e dei patrimoni di cultura e di arte che furono loro affidati affinché fossero gelosamente custoditi e tramandati, hanno il dovere di svolgere compiti importanti all’interno della Chiesa e, per suo tramite e mandato, nella società in cui sono chiamate ad operare per antica vocazione, lungo le due strade maestre indicate dal Vangelo: la Fede e la Carità.
La Fede quale testimonianza di amore in Cristo e di impegno, attraverso il perfezionamento spirituale, nella missione evangelica intesa come presenza sempre più viva nella comunità ecclesiale e nella società e più consapevole appartenenza al Popolo di Dio.
La Carità quale espressione di fraternità in Cristo attraverso le opere di misericordia per i suoi poveri, i bisognosi di amore, di conforto e di assistenza, gli afflitti dalla solitudine, dallo smarrimento e dal neopauperismo materiale e spirituale.
In verità le testimonianze non mancano e molte sono le confraternite che si impegnano attivamente e confermano la loro presenza nella Chiesa e nella società con opere di beneficenza e di assistenza. Un’attenzione particolare meritano al riguardo quelle associazioni di laici che vanno sotto il titolo di “Misericordie” le quali, pur ricollegandosi
nella loro origine ai motivi ispiratori dell’associazionismo laicoreligioso delle Confraternite, hanno subito nel corso dei secoli sostanziali modificazioni per effetto della laicizzazione e della statalizzazione indotte dalle legislazioni degli Stati Europei, compresa l’Italia. La secolarizzazione delle loro attività, molto apprezzabili per l’impegno nel sociale particolarmente nell’assistenza agli infermi ed ai bisognosi, non ha impedito in molti casi la conservazione di quei requisiti di evangelicità e quindi di ecclesialità, caratteristica peculiare per l’appartenenza al Popolo di Dio a cui fanno appunto riferimento le Confraternite.
Nell’anno 1588 Bartolomeo di Tommaso Buonfiglioli, fornaio di Porta Fuia organizzò un pellegrinaggio di penitenza a Loreto, cui aderirono ventinove pratesi. Il 4 maggio i Trenta partirono da Prato, coperti da un rozzo saio di penitenza e con un sarrocchino sulle spalle per difendersi dalle intemperie e ciascuno munito di un bordone per appoggiarsi, portando seco alcuni doni da offrire all’altare della Vergine. In cinque giorni coprirono il viaggio, furono ricevuti a Loreto dal Vescovo e dal Governatore della S. Casa, i quali, vedendo nei loro gesti una speciale devozione, donarono: pel special gratia a detti devoti una pia immagine di un Crocifisso levata in lor presenza di sopra la santa cappella.
Questo dono inaspettato turbò i pellegrini nel viaggio di ritorno a Prato, perché quel dono era indivisibile, fu così che decisero di fondare una Compagnia per essere di aiuto agli altri, diversa da quelle esistenti che pensavano soltanto all’aiuto degli ascritti. Giunti a Prato deposero il Crocifisso presso la chiesa della Madonna delle Carceri e iniziarono a raccogliere offerte per costruire un Oratorio, dove porre la sacra immagine, e la sede della Compagnia, che i pratesi chiamarono Compagnia del Pellegrino. Il 22 luglio di quell’anno gettavano le fondamenta per la sede della nuova Compagnia. Il 20 maggio 1589 il Vicario del Card. Alessandro de’ Medici, Proposto di Prato consacrò solennemente l’Oratorio della Compagnia, che fu dedicato a Maria Vergine Assunta, il giorno seguente vi traslarono solennemente il Crocifisso; la sede si trova nell’attuale via del Pellegrino. Il 22 agosto 1589 scrissero e approvarono gli statuti con i quali l’attuale Misericordia iniziava la sua attività.
Le Sezioni rurali o Confraternite locali
Nel 1910, la difficoltà dei mezzi di trasporto e i bisogni crescenti del contado portano la Misericordia a stendere le sue ali sui monti e nelle campagne, dentro e fuori del nostro comune: nascono le Sezioni. Numerosi fratelli formano squadre di volenterosi ai quali impartiscono lezioni di pronto soccorso nelle canoniche e nelle chiese dei piccoli
centri e insegnano le tecniche di trasporto con le barelle a spalla e con i carri a trazione umana ed ippica. Il 7 agosto veniva inaugurata la prima sezione a Schignano e il 14 seguente quella di Coiano; successivamente a Faltugnano, Sofignano, Fabio e S. Leonardo, Migliana, la Briglia, Savignano, Chiesanuova, Pupigliano, Galciana, Tavola, S. Quirico di Vernio, Cavarzano, Narnali, S. Cristina, Luciana, S. Giusto, Mazzone, Mezzana, Iolo e negli anni ancora successivi Montemurlo, Calenzano, Legri, Casaglia, Gonfienti. La presenza di una Squadra di Pronto Soccorso e Mutua Assistenza viene richiesta, dai popoli del contado, per colmare una lacuna locale e riscoprire un apostolato vantaggioso al benessere del popolo. E fu una gara di solidarietà della popolazione locale per fornire alla Sezione le barelle e/o i carri, le offerte per gli armadi dei medicinali, la bandiera e non ultimo l’impegno per la costruzione della sede, con l’aumentare dei servizi e dei bisogni. Le Confraternite locali oggi sono veri e propri centri di assistenza e di aiuto per la popolazione. L’Arciconfraternita veramente ha aperto le sue ali dotando le periferie di sedi idonee ad accogliere ed offrire aiuto a chi ne ha bisogno.
Una presenza capillare sul territorio di Prato e Firenze Le Confraternite oggi presenti:
- Cafaggio
- Calenzano
- Capalle
- Capezzana
- Carraia
- Chiesanuova
- Coiano
- Figline
- Fontanelle Castelnuovo
- Grignano
- Iolo
- Legri
- Luicciana
- Maliseti
- Mezzana
- Migliana
- Montemurlo
- Montepiano
- Narnali
- Oste
- Vaiano
- Schignano
- Seano
- Sofignano
- Vaiano
- Vernio
La Misericordia di Montemurlo nasce sul territorio nel 1927