Atto di sfiducia del Magistrato nei confronti di Risaliti, eletto da poco più di un mese. Giovannelli si dimette in disaccordo con la decisione.
Con dieci voti a favore e una scheda bianca su un totale di undici membri. il Magistrato della Misericordia di Prato ha eletto come provveditore Enrico Benelli. La votazione è arrivata nel corso dell’ultima adunanza dell’organo di vertice dell’Arciconfraternita convocata lo scorso 16 luglio.
L’incarico di Benelli è giunto dopo una decisione che non ha eguali nella secolare storia dell’associazione: nel corso della stessa seduta il Magistrato ha sfiduciato con otto voti favorevoli e tre contrari Aurelio Risaliti, eletto provveditore soltanto un mese prima.
Per capire come si è arrivati a questa soluzione occorre ripercorrere la vicenda dal principio. Il 7 giugno il proposto Luigi Biancalani si era dimesso a seguito della chiamata da parte del sindaco Matteo Biffoni, ad entrare nella Giunta come assessore al Sociale. Il governatore Maria Petrà e il provveditore Enrico Benelli, a seguito della scelta di Biancalani, decidono per una sorta di “cortesia istituzionale” di rimettere anche il proprio mandato. “Non ero tenuto a lasciare l’incarico,- spiega Benelli – ma ho deciso di farlo perché mi sembrava un atto doveroso, ero stato eletto con Biancalani e con la sua rinuncia volevo avere una nuova fiducia dal Magistrato”. Ma così non è avvenuto. Il 18 giugno Petrà viene confermata, ma per il ruolo di provveditore viene presentata anche la candidature di Aurelio Risaliti. Il Magistrato va ai voti e Benelli ne esce sconfitto: Risaliti è preferito da sette membri del Magistrato, cinque sono i voti per il provveditore uscente. Nella stessa adunanza viene eletto il nuovo proposto Paolo Bandini (già provveditore dal 2000 al 2008).
La decisione, legittima ma assolutamente imprevista, suscita un terremoto interno. In disaccordo con la mancata elezione di Benelli si dimettono a cascata anche il Centro di Formazione delle sede centrale e i sette periferici, nonché il vice – provveditore Maurizio Bigagli, il coordinatore delle sezioni Gianluca Mannelli e il capogruppo Protezione Civile Alessandro Castagnoli. In via Galcianese arriva una lettera firmata da nove Confraternite locali (Capalle, Chiesanuova, Montemurlo, Vernio, Vaiano, Coiano, Iolo, Mezzana e Galciana) nella quale viene espresso profondo disappunto per la strada intrapresa dal Magistrato: “Non capiamo – scrivono le sezioni – perché Benelli non sia stato riconfermato a due anni dalla fine del suo mandato”
Il fermento parte dalla base e coinvolge alcuni membri del Magistrato che vogliono rimettere in discussione la scelta fatta. Tra i sostenitori dell’elezione di Risaliti c’è l’avvocato Mauro Giovannelli, ex proposto della Misericordia per due mandati fino al 2008, che ribadisce la legittimità del voto. Si formano due fazioni e dal giorno delle elezioni nasce un braccio di ferro che paralizza i vertici dell’associazione.
“Risaliti era stato regolarmente eletto e doveva restare al proprio posto”, commenta Giovannelli che, poco prima dell’inizio della riunione del Magistrato del 16 luglio, rassegna le dimissioni irrevocabili dall’organo di vertice. “L’atto di sfiducia è un fatto gravissimo e non è previsto dal nostro statuto se non per giusta causa; – afferma l’avvocato – in questo caso è stato solamente un atto politico, non si può sfiduciare qualcuno perché la fratellanza è contraria”. Il proposto Bandini risponde avendo in mano un parere legale richiesto alla Confederazione nel quale il rappresentante legale dell’associazione che riunisce le Misericordie d’Italia conferma la possibilità di procedere alla sfiducia di un proprio vertice da parte dell’organo che lo ha eletto.
Oltre a Giovannelli anche Aurelio Risaliti rassegna le dimissioni dal Magistrato, da presidente delle Case per anziani di Vernio (gestite dalla Misericordia) e anche da socio. Bigagli, Castagnoli e Mannelli tornano negli incarichi dai quali si erano dimessi. Non sappiamo se la vicenda avrà nuovi strascichi oppure se si può considerare conclusa, sappiamo però che le parti in causa hanno deciso di chiudere qui le ostilità per il bene delle Misericordia.
Fonte: settimanale Toscana Oggi “La Voce di Prato” del 20 luglio 2014